martedì 26 agosto 2014

FAMIGLIA MODESTI IN TUR(*)



GIORNO 9, L'ULTIMO


Alle 2 di notte suona l'allarme che sveglia tutto l'albergo tranne mia sorella.
Esco preoccupata dalla camera e incontro un cinese in mutande, “fire, fire” mi dice, ma poi smette e tutti ci rimettiamo a letto.
Sono le 8 e lei già freme, ma noi abbiamo in programma la visita alla cattedrale russa.
Dopo l'ultima colazione francese, vaghiamo intorno alla stazione, tra marocchini, ristoranti e posti tetri, in cerca della cattedrale che dovrebbe vedersi da lontano.
Quando arriviamo finalmente capiamo perché non avevamo visto niente: la chiesa, per un anno ancora, è in completo restauro. Grandi impalcature e teli bianchi ne ricoprono l'intera superficie, cosa che non sembra importare troppo ai fedeli che nell'attesa, si sono costruiti un altare di fronte al cantiere della balena bianca.
Sconfitti torniamo alla base, carichiamo tutte le valige per l'ultima volta e ci fermiamo ad Eze, sulla strada del ritorno, un saluto alla vera Francia provenzale che mia sorella non ha apprezzato.
Mentre lei aspettava seduta su una panchina, al riparo dalle ripide salite, il suo ritorno in patria, io risalivo le piccole strade per arrivare al castello, il suo ingresso a pagamento è l'ultima cosa che ho visto.


Non ci volevo tornare e ora fremo, questo viaggio di ritorno mi sta opprimendo, sono un leone in gabbia, un cavallo da corsa alle griglie di partenza.
Liberatemi da code e cantieri autostradali.


Ma non perdere la speranza
di andare in vacanza
senza mai lavorare,
possibili code
su raccordi stradali,
riunioni aziendali, fanculo,
a cui non andare”

*in memoria di mio padre e della sua padronanza delle lingue
“le numbr de la stanz?”



















lunedì 25 agosto 2014

FAMIGLIA MODESTI IN TUR(*)



GIORNO 8


Lasciamo Aix alla volta di Cassis, il paese dei pescatori, del mare e delle Calanques, che visitiamo in battello.
L'idea di salire sul ponte per fare foto migliori e la fila che faccio sotto il sole di mezzogiorno per riuscirci, vengono ripagate da un terribile mal di mare che riesco a vincere solo quando il comandante, che guida con i piedi (letteralmente), spegne i motori per farci ammirare gli scorci di muraglie di pietra a picco sul blu.
Scalatori, kayak e nudisti arricchiscono la vista.
Facciamo la prima ed unica sosta in spiaggia della vacanza, al porto l'acqua è limpida e fredda, sono le 2 ed è gremito, resisto un'ora mentre mia sorella si addormenta sotto il sole cocente.
Il paesino lascia a desiderare, la costa azzurra è miele per turisti e tutto costa una fortuna, me ne accorgo quando rinuncio ad un gelato da 3,90 euro, una pallina.
Mi gusto una sposa vicino ad un laghetto delle anatre e torniamo alla macchina.
Voglio qualcosa di più autentico così io e Google maps dirigiamo la macchina verso Hyeres, i negozietti sono sempre tanti ma si respira un'aria diversa, mi avventuro tra i vicoli abitati da marocchini francesi, i panni alle finestre, cavi della luce tra un palazzo e l'altro.
Prima di tornare in macchina, di nuovo, infilo la testa sotto una fontana, sono 2 le ore di macchina che ci aspettano per arrivare a Nizza, dove passiamo l'ultima notte di viaggio.
Mia sorella ha già cambiato espressione, tanta la felicità di tornare alla quotidianità, a me invece non manca affatto.
La sera in questa città dai mille palazzi è frenetica, gente ovunque, turisti italiani popolano il lungo mare, per un momento sento l'aria della riviera e rabbrividisco.
C'è puzzo di piscio anche davanti al casinò.
Tanti soldi e tanta sporcizia.
Trascino le gambe e la famiglia con in mano una cartina per le strade della città, tra ballerini di capoeira.










 


                                      






















FAMIGLIA MODESTI IN TUR(*)



GIORNO 7


Ci svegliamo ad Aix con il sole e siamo tutti un po' provati, il gel defaticante francese che comprai a Parigi anni fa, fortunatamente funziona ancora, la doccia calda fa il resto.
Dopo un tè caldo in camera decidiamo di visitare la città delle fontane e di Cezanne, la mamma ha già individuato una mostra, io mi guardo intorno, la gente appena sveglia prende il caffè seduta ai tavoli di un bar costoso, mentre polli di ogni dimensione girano negli spiedi delle rosticcerie emanando un odore che poco si intona con quello di biscotti al cioccolato che ho ancora in bocca.
Cerco dei sottobicchieri per Fede, entro nei Pub ancora chiusi al pubblico a reclamarne uno, ma tutti mi dicono che li hanno finiti, evidente che non gli credo.
L'unico che li ha vorrebbe farmeli pagare, mi innervosisco e ci rinuncio.
Seguendo le tante piastrelle con la C di Cezanne, arriviamo nella piazza del mercato;
fiori, frutta e formaggi sono ovunque, così come fantastiche e fotogeniche anziane signore dietro ai loro banconi, assaggio qualcosa e mi nutro di foto, il mio pane quotidiano qua.
Foto e baguettes.
La giornata scorre lenta, tra l'acquisto di un vestito, un pranzo nel parco e barboni col cartello “Pour Rolex”, “Pour la maison à Saint-Tropez”.
Mi annoio oggi, le fontane e le strade di questa città, già dal primo pomeriggio, già non mi saziano più.