GIORNO 8
Lasciamo Aix alla volta di Cassis, il paese dei pescatori, del mare e delle Calanques, che visitiamo in battello.
L'idea di salire sul ponte per fare foto migliori e la fila che faccio sotto il sole di mezzogiorno per riuscirci, vengono ripagate da un terribile mal di mare che riesco a vincere solo quando il comandante, che guida con i piedi (letteralmente), spegne i motori per farci ammirare gli scorci di muraglie di pietra a picco sul blu.
Scalatori, kayak e nudisti arricchiscono la vista.
Facciamo la prima ed unica sosta in spiaggia della vacanza, al porto l'acqua è limpida e fredda, sono le 2 ed è gremito, resisto un'ora mentre mia sorella si addormenta sotto il sole cocente.
Il paesino lascia a desiderare, la costa azzurra è miele per turisti e tutto costa una fortuna, me ne accorgo quando rinuncio ad un gelato da 3,90 euro, una pallina.
Mi gusto una sposa vicino ad un laghetto delle anatre e torniamo alla macchina.
Voglio qualcosa di più autentico così io e Google maps dirigiamo la macchina verso Hyeres, i negozietti sono sempre tanti ma si respira un'aria diversa, mi avventuro tra i vicoli abitati da marocchini francesi, i panni alle finestre, cavi della luce tra un palazzo e l'altro.
Prima di tornare in macchina, di nuovo, infilo la testa sotto una fontana, sono 2 le ore di macchina che ci aspettano per arrivare a Nizza, dove passiamo l'ultima notte di viaggio.
Mia sorella ha già cambiato espressione, tanta la felicità di tornare alla quotidianità, a me invece non manca affatto.
La sera in questa città dai mille palazzi è frenetica, gente ovunque, turisti italiani popolano il lungo mare, per un momento sento l'aria della riviera e rabbrividisco.
C'è puzzo di piscio anche davanti al casinò.
Tanti soldi e tanta sporcizia.
Trascino le gambe e la famiglia con in mano una cartina per le strade della città, tra ballerini di capoeira.
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