GIORNO 6
Dopo 3 notti che ci dormiamo e ceniamo, oggi decidiamo di girarla di giorno, Arles.
I sensi di colpa per i 30 euro di biglietto che servono per visitare le Rencontres d'Arles, la mostra fotografica più grande d'Europa, non tardano ad arrivare, ma il babbo mi convince, entro e pago in Place de la Republique.
Me la giro da sola per gran parte della giornata, andando per mostre con un sorriso sulle labbra.
In un'ex banca di 4 piani i vetri e le fessure sono oscurate con tende nere e carte rosse, l'unica fonte luminosa è la torcia che mi danno all'ingresso, staccandola da un appendiabiti.
Le foto nipponiche
non mi entusiasmano, ma il percorso mi lascia senza fiato, mi sento
Violetta Beauregarde nella fabbrica di Willy Wonka.
La giornata trascorre così, non mi fermo un attimo, rimbalzo come una trottola tra un'esposizione e una altra, tra una chiesa e l'ospedale di Van Gogh, ho le gambe a pezzi e il cuore pieno.
Dopo una tappa nella necropoli degli Alyscamps, suggestivi ma ristretti, ci spostiamo ad Aix, nell'albergo prenotato con tutta fretta questa mattina.
Qui conosciamo Alessandro di Gallipoli, che con il suo AltoGusto, fa mangiare mia sorella, entrata ormai nel baratro delle baguettes, e che, con un piatto di linguine allo scoglio, mi manda a letto.
Sono il lupo dei sette capretti.
La giornata trascorre così, non mi fermo un attimo, rimbalzo come una trottola tra un'esposizione e una altra, tra una chiesa e l'ospedale di Van Gogh, ho le gambe a pezzi e il cuore pieno.
Dopo una tappa nella necropoli degli Alyscamps, suggestivi ma ristretti, ci spostiamo ad Aix, nell'albergo prenotato con tutta fretta questa mattina.
Qui conosciamo Alessandro di Gallipoli, che con il suo AltoGusto, fa mangiare mia sorella, entrata ormai nel baratro delle baguettes, e che, con un piatto di linguine allo scoglio, mi manda a letto.
Sono il lupo dei sette capretti.