GIORNO 2
Gran parte della giornata l'abbiamo passata in macchina, sono stanca e abbiamo litigato, ora ascolto musica reggae nella piazza del paese, Bob reinterpretato da una capellona francese mi tiene compagnia.
La giornata è iniziata presto, tra un succo in lattina e un vecchio sdentato.
Carichiamo le valigie e partiamo, io e il babbo da una parte, la mamma e l'Ale dall'altra,
il nostro schieramento prende la prima decisione della giornata: col pattino tra le gole, pedaliamo noi.
Ci passa un pesce morto a fianco, il babbo lo issa
e un gruppo di francesi in canoa con sguardo sbigottito ci grida “à
la main?”, lui agita il pesce rispondendo “era già stecchito”,
non capiscono, vedono la coda muoversi per inerzia e applaudono. Ah,
il potere della lingua.
Circumnavighiamo le gole, gli spazi aperti lasciano senza fiato, penso che vorrei una moto e il vento tra i capelli, vorrei avere il coraggio di essere come lei che vi si lancia dentro a quelle rocce, appesa ad un elastico.
Sostiamo in due diversi paesini, fotografo gli ultimi campi di lavanda rimasti dopo la raccolta, i ragazzini che giocano a bocce nella discesa del paese, gatti che se la godono.
Tutto è rimasto intatto qua e le persiane colorate delle case mi fanno innamorare, quando avrò una casa, anche le mie saranno color lavanda.
Circumnavighiamo le gole, gli spazi aperti lasciano senza fiato, penso che vorrei una moto e il vento tra i capelli, vorrei avere il coraggio di essere come lei che vi si lancia dentro a quelle rocce, appesa ad un elastico.
Sostiamo in due diversi paesini, fotografo gli ultimi campi di lavanda rimasti dopo la raccolta, i ragazzini che giocano a bocce nella discesa del paese, gatti che se la godono.
Tutto è rimasto intatto qua e le persiane colorate delle case mi fanno innamorare, quando avrò una casa, anche le mie saranno color lavanda.
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