GIORNO 5
Pioggia.
Pioggia la mattina, pioggia il pomeriggio, pioggia la sera.
Avete presente la casa delle streghe al Luna Park? Non sai bene cosa ti aspetta dopo ma sicuramente non sarà piacevole, ecco, passare una giornata in macchina con la famiglia sotto la pioggia battente cercando il luogo e il momento propizio per scendere, gli somiglia parecchio.
Ci fermiamo per una minzione di gruppo in uno dei tanti campi coltivati che costeggiano le strade di campagna che il navigatore continua a consigliarci di prendere. Un fortino di ombrelli a proteggere l'accovacciata di turno e impermeabili strappati dal vento.
Non possiamo buttare così una giornata dedicata ai fari sulla costa.
Io e il babbo scendiamo a Cap Frehel, davanti agli occhi sorpresi e sconcertati di mia sorella che prega di tornare in albergo. Non riesco nemmeno ad alzare il viso e ammirare il panorama, le gocce sono ghiaia che si abbatte su di noi, sospinta da raffiche di vento che ci schiaffeggia.
Pranziamo in macchina provando a spostarsi, inseguendo sprazzi di sereno in un cielo troppo grigio.
Non ne posso più, preferisco mollarmi, ammalarmi, ma fatemi scendere da questa macchina.
Siamo a Fort la Latte, io scendo e mi incammino verso la roccaforte a picco sul mare di cui ho sentito tanto parlare. Il babbo mi raggiunge correndo, porta con sé un sorriso e i soldi che ci permettono di entrare. Sospinti dal vento, le macchine fotografiche avvolte in buste trasparenti da congelatore, ci arrampichiamo fino in cima, su un trullo scivoloso che sovrasta il forte, sostenuti da una corda lacerata dalle intemperie, non senza qualche "cazzo, cazzo, cazzo" ad accompagnare la discesa.
Un Kinder Bueno e un'apparente sosta delle precipitazioni ci spingono a scendere a Dinan, dove il medioevo non sembra voler lasciare spazio all'era moderna, come testimoniano le insegne di metallo che penzolano appese fuori dai negozi, dalle birrerie ai night club.
Mi sento Frodo alla locanda del Puledro Impennato.
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