lunedì 5 ottobre 2015

FAMIGLIA MODESTI IN TUR(*)


GIORNO 4

D-Day.
Ci da il buongiorno una pioggia battente, cielo grigio e grandi impermeabili verdi comprati per necessità, fanno da sfondo al giorno dedicato allo sbarco.
Quando arriviamo a Juno Beach la pioggia ci abbandona lasciando spazio ad una suggestiva foschia, davanti a noi l'orizzonte, dove relitti di un porto artificiale costruito per permettere l'arrivo degli alleati sembrano formare i contorni di un anfiteatro, noi, la costa, siamo il palco, lo spettacolo.
Mentre mia sorella continua a fermarsi ogni 10 metri, capo chino sullo schermo LCD e mugolii, noi tre saliamo fino in cima, sul promontorio dove mi godo la vista e gioco a nascondino con una bimba dai riccioli d'oro che controlla furtiva il mio fotografare. Scrivo, disegno, poi scendiamo e con sorpresa capisco le maree francesi, l'acqua si è ritirata di almeno 20 metri lasciando scoperti ed accessibili gran parte dei relitti prima immersi nel mare di nebbia.
E' inebriante passeggiare sul fondale marino, toccare ciò che la mareggiata lascia dietro di sé, dove prima navigavano alghe ora ci sono bambini che raccolgono conchiglie.
Il sole fa capolino e ci scorta fino al cimitero americano di Colleville-sur-Mer, che con la sua estensione di circa 70 ettari, a strapiombo sulla spiaggia di Omaha Beach, ospita quasi 10000 tra croci di marmo bianco e stelle di David.
Il patriottismo e la territorialità Americana sono tangibili, le guardie armate e i metal detector all'ingresso ne sono la prova; si entra per file indiane, scansionati da capo a piedi.
Non mi tocca gran che, è imponente si, lascia senza fiato, ma la specularità e la monumentalità offuscano il pensiero dei corpi che riposano sotto le nostre scarpe firmate, si vedono solo nomi, numeri di targhetta e date di morte.
Poi vedo lui, maglia militare della marina, testa rasata, volto cupo, una rosa rossa in mano, addosso a lui una bimba vestita di rosa penzola i piedini dal marsupio. Si china in silenzio su una di quelle croci che fino ad un momento prima erano per me solo un pezzo di roccia fredda, e comincia a parlare sottovoce.
Sono uscita di lì col magone, in macchina ha iniziato a piovere, con le cuffie nelle orecchie osservo le gocce fissarsi sul finestrino e scorrere via, sospinte dalla velocità, sembrano spermatozoi, penso, prima di addormentarmi.
Al mio risveglio siamo nella piazzetta del paesino dove alloggiamo questa notte, avete presente Chocolat, il film con Johnny Depp?
Nessuno per le strade, nessun negozio, solo piccole botteghe, pietra sopra e sotto, fiori ai balconi delle terrazze.
Ceniamo con del salmone nel piccolo ristorante che passa in sottofondo Nina Simone, i proprietari irlandesi sorridono e dicono "grazie a voi".
Un sogno.





















    







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