giovedì 21 agosto 2014

FAMIGLIA MODESTI IN TUR(*)



    GIORNO 4


    Ci svegliamo presto, colazione con pastina alla frutta e Minute Maid in lattina sotto un albero vestito di lana, e ci mettiamo in viaggio, direzione Avignone.
    Appena arrivati, non prima di un'enorme rampa di scale, ci troviamo di fronte il mastodontico ed imponente Palazzo dei Papi, simbolo del papato francese, 9 i papi ad averlo voluto ed abitato.
    Non amo le tappe da turisti, mi sento un criceto nella ruota, è fin troppo scontato che ci giri dentro, ma certe cose van viste e quindi paghiamo il biglietto.
    L'audio-guida italiana illustra come Papi e Camerlenghi manovrassero il potere dalle loro sfarzose sale, come inzuppassero le mani nei loro forzieri segreti, gli stessi dove ora quei turisti buttano soldi, non ne capisco il motivo, ma la cosa mi fa incazzare.
    Ora voglio solo uscire e vedere qualcosa di autentico.
    Ci infiliamo nelle strette strade deserte dell'Avignone meno battuta e finiamo nella strada dei teatri abbandonati, dei murales di denuncia e dei mulini ad acqua dove i tintori tingevano le loro stoffe.
    Non so quale sia la storia di questo posto, ma mi rapisce, mi cattura, così come l'uomo che mi mostra su un libro il posto dove è nato, non parliamo la stessa lingua ma ci intendiamo.
    Vorrei avere il tempo di conoscere chi è.
    Dopo una breve tappa al Pont d'Avignon che mi lascia indifferente, ripartiamo alla volta del più straordinario acquedotto romano, le Pont du Gard.
    Vogliono 18 euro per una sosta massima di 45 minuti e non c'è altro modo di vederlo, un parcheggio ci separa dalla maestosità.
    Il babbo manda me e la mamma a piedi per vedere se ne vale la pena, ci incamminiamo e cominciamo a discutere, quando, a quella che deduco essere dal tono di voce già la quarta volta almeno, ci accorgiamo del “bonjour” del parcheggiatore che ci mima che di lì non possiamo passare se non parcheggiamo.
    Ce ne andiamo.
    Dopo il bagno nella piscina dell'hotel (che poi è più una vasca calda sul tetto che una piscina), ci facciamo fregare da un crotonese, accalappiare nel suo ristorante di piazza, quello che, dopo essersi alzati senza aver né mangiato né pagato, su tripadvisor scopro essere il 135esimo su 136 ristoranti recensiti di Arles.
    Mangio un gelato, litigo con Fede e vado a letto.

































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